sabato 10 agosto 2013

Gianni Cuperlo: "Renzi? I voti non li prende uno solo"


Intervista a Gianni Cuperlo, La Stampa, 10 agosto 2013

Conferma che si candida a segretario del Pd e si augura che le primarie si terranno il 24 novembre. Chi parla è il deputato Gianni Cuperlo, che negli Anni Ottanta fu segretario della Fgci (ancora esisteva il Pci) e negli Anni Novanta ha lavorato accanto a D’Alema.
Cuperlo, lei è sicuro che le primarie si terranno il 24 novembre? L’impressione è che la data non sia ancora stata scelta…
«Io ho capito che saranno il 24 novembre. In ogni caso, Epifani ha ufficialmente aperto il percorso del congresso, un congresso di cui il Partito ha un bisogno vitale. Per discutere di quello che è accaduto e di quello che deve accadere, ovvero della sua cultura politica e della sua identità».
Quello che è accaduto e che non avete vinto elezioni che sembravano già vinte.
«Evidentemente non siamo riusciti a convincere la maggioranza del Paese della bontà della nostra proposta di un governo di cambiamento. Ecco perché in futuro dobbiamo sforzarci di costruire un nuovo campo del centrosinistra, che sia sensibilmente più largo di noi. Non dobbiamo mettere insieme solo sigle e partiti. Dobbiamo aprirci a quella parte vitale del Paese che è fuori da noi, e che dobbiamo coinvolgere nella costruzione di una vera alternativa politica e sociale».
Questa è la ragione per cui lei si candida segretario?
«Anche. Io sono per distinguere la figura del segretario da quella del candidato premier. Chi avrà la responsabilità di guidare il Pd dovrà occuparsi appunto del Pd e del progetto politico di cui parlavo prima. E non deve usare questo incarico come trampolino per un altro incarico».
Sta parlando di Renzi per caso?
«Parlo in generale. Mi auguro solo che il prossimo segretario sia una persona che vuole bene al Pd. Che non si chieda se la politica ha bisogno di lui ma si chieda perché il Paese ha bisogno di noi».
Quindi lei consiglia a Renzi di non candidarsi a segretario?
«Io non consiglio niente a Renzi. Penso però sia un errore credere che i voti li prenda uno soltanto perché se ne prendono di più se sono in molti a cercarli. Per essere ancora più chiaro, io sono contrario a una concezione plebiscitaria della politica».
Concezione che però ormai, anche grazie a Berlusconi, è entrata nel sangue di tutti, anche della sinistra…
«Esistono ancora gli anticorpi, basta fare un giro per le nostre feste, tra i volontari, i militanti, gli elettori per rendersene conto».
A proposito, chi deve votare alle primarie?
«Non solo gli iscritti ma anche gli aderenti. Dobbiamo aprirci il più possibile, quindi dovrebbe bastare la sottoscrizione di una manifesto di adesione al partito anche un minuto prima di votare».
Iscritti, aderenti, elettori: quanto è forte la sofferenza per il governo di larghe intese?
«Certo, un anno fa il clima era diverso. Oggi trovo almeno tre sentimenti: delusione e rabbia per la vicenda del Pd, consapevolezza che siamo al governo per fare alcune cose necessarie, speranza per una sinistra che riparta».
Ma la sinistra potrà mai ripartire continuando a rimanere al governo col suo avversario storico?
«Non è un’alleanza politica, è un governo di servizio e di scopo. Che Enrico Letta sta guidando con saggezza e responsabilità. Lui lo ha detto con chiarezza: siamo qui per mettere in sicurezza il Paese. E la sicurezza del Paese passa per alcuni provvedimenti economico-sociali di grande urgenza. Oltre naturalmente alla riforma della legge elettorale perché proprio non possiamo permetterci di tornare al voto col Porcellum».
Invece il leader del centrodestra parla solo di Imu e lancia ultimatum…
«Siamo dentro una crisi che esaspera le diseguaglianze, il governo deve occuparsi innanzitutto della giustizia sociale. Togliere oggi l’Imu anche per chi ha case di lusso e percepisce un reddito elevato andrebbe nella direzione opposta alla necessità di ridurre il peso fiscale sul lavoro. Tra l’altro ho incontrato Letta e sono convinto che si troverà una soluzione condivisa sull’Imu».
E se invece Berlusconi non fosse d’accordo a facesse cadere il governo, cosa succederebbe?
«Succederebbe che prima delle elezioni anticipate sarebbe un dovere verificare in Parlamento l’esistenza di un’altra maggioranza. Soprattutto perché non si può votare con la vecchia legge elettorale quando il Paese ha bisogno di stabilità».
Ultima domanda, Cuperlo: che si fa con Berlusconi condannato?
«Premesso che io non auguro a nessuno di finire in carcere, se c’è un principio va rispettato e se c’è una sentenza, essa va applicata. Quello che proprio non funziona nel centrodestra è l’idea che le regole della democrazia vengano dopo il consenso popolare. Questo si chiama assolutismo, mentre noi siamo in democrazia».

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